Il dolce classico per le offerte religiose, il “libum” richiedeva per la preparazione un uovo ogni libbra di farina, oltre che ricotta, olio e foglie di alloro, come riportato nel ricettario di Apicio, cuoco famoso e estroso vissuto ai tempi dell’imperatore Tiberio. Peraltro contro le stravaganze e gli sprechi alimentari dei romani il poeta Orazio sviluppò delle satire implacabili.
Nulla di nuovo visto che ancor oggi non corre sempre buon sangue tra il cuoco impegnato a dar forma alle ricette e l’esperto di nutrizione che sottolinea le scelte alimentari in grado di tutelare la salute.
Ma il punto di accordo si può trovare, perché mangiare è e dovrebbe essere sempre un piacere.
Uno dei suggerimenti è quello di riconsiderare l’uovo come un alimento ricco di proprietà nutritive, sicuramente da alternare agli altri alimenti di origine animale, quali il formaggio, la carne e il pesce.
Contiene infatti proteine preziose e molto digeribili, grassi “buoni”e lecitina, utile per mescolare sostanze che altrimenti non lo farebbero.
Il tuorlo contiene vitamina A, E e il selenio, sostanze capaci di contrastare i danni cellulari causati dalle malattie degenerative e dall’invecchiamento. Inoltre luteina, un pigmento che protegge la retina dell’occhio dalle lunghezze d’onda di luce dannose e fa bene alla pelle. Questo colorante vegetale è contenuto anche in molti ortaggi quali broccoli, cavoli e spinaci.
Per saperne di più sui pregi e benefici dell’uovo possiamo andare sul sito www.pianetauovo.it nel quale troveremo anche dei video.
Chiediamoci allora: l’uovo ci piace sì o no, nutriamo dei pregiudizi verso questo piccolo scrigno alimentare? Abbiamo sperimentato qualche simpatica ricetta che piace a tutta la famiglia, c’è nel nostro bagaglio culinario un “segreto” che rende sempre buona la frittata? A Pasqua e durante la primavera le uova rappresentano un segno di rinascita: perché non riconoscerlo tutto l’anno?
E pensare che un compagno della nostra infanzia, per un uovo avrebbe fatto davvero…
“Quand'ecco gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco, che somigliava tutto a un uovo di gallina. Spiccare un salto e gettarvisi sopra, fu un punto solo. Era un uovo davvero.
La gioia del burattino è impossibile descriverla: bisogna sapersela figurare. Credendo quasi che fosse un sogno, si rigirava quest'uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva:
- E ora come dovrò cuocerlo? Ne farò una frittata?... No, è meglio cuocerlo nel piatto!... O non sarebbe più saporito se lo friggessi in padella? O se invece lo cuocessi a uso uovo da bere? No, la più lesta di tutte è di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppa voglia di mangiarmelo!
Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa: messe nel tegamino, invece d'olio o di burro, un po' d'acqua: e quando l'acqua principiò a fumare, tac!... spezzò il guscio dell'uovo, e fece l'atto di scodellarvelo dentro.
Ma invece della chiara e del torlo, scappò fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale, facendo una bella riverenza, disse:
- Mille grazie, signor Pinocchio, d'avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella, stia bene e tanti saluti a casa!”
Francesca Ribezzi
Dietista ASS4 Medio Friuli
Nessun commento:
Posta un commento