Infatti, se leggiamo l’etichetta e consideriamo il contenuto di uno di questi brik, scopriamo subito che, oltre i nomi di fantasia, si distinguono bevande con diverse denominazioni corrispondenti a ciò che la legge prevede per i produttori, e utile riferimento anche per i consumatori consapevoli. Ad esempio:
- il succo di frutta è il prodotto costituito da succo di frutta al 100%. Senza trucco e senza inganno, può chiamarsi così anche il prodotto ricostituito con acqua e aromi da succo di frutta concentrato, base della maggior parte dei succhi. Anche se dichiarati senza zucchero, né contengono molto più di un frutto!!
- il nettare di frutta contiene meno frutta dei succhi: la legge richiede un minimo del 25% per le banane e il 50% per pere e mele. Alla frutta sono così aggiunti acqua, zuccheri e gli additivi. La denominazione —succo e polpa“ , che spesso compare sulle etichette dei nettari, per quanto evocativa (e anche —nettare“ evoca alquanto…) sta solo a significare che il prodotto deriva da purea di frutta, cioè quanto ottenuto setacciando la parte commestibile dei frutti, succo compreso.
I succhi possono contenere zucchero (in genere fino a un massimo del 10%), ma i nettari ne possono contenere in quantità maggiore (fino al 20%), presentando un apporto calorico non trascurabile e un minore contenuto di vitamine e minerali rispetto ai succhi. Entrambe queste tipologie non possono contenere coloranti né conservanti in genere, con l‘eccezione di alcuni additivi consentiti, acidificanti e antiossidanti peraltro guardati con poco sospetto, trattandosi di sostanze che, per quanti di sintesi, sono di norma già presenti nella frutta fresca.
- le bibite o bevande —alla frutta“ o —a base di succo di frutta“ devono contenere almeno il 12 per cento! Il resto è acqua, zucchero, anidride carbonica per le bollicine, aromi, e, queste sì, coloranti, conservanti. Provate a diluire a questi livelli la spremuta fatta in casa: di cosa sa? Queste bevande sono un concentrato di calorie: pensate che in un bicchiere da 200 ml di —aranciata“ (così come nelle bibite alla cola) c‘è l‘equivalente di 3-4 bustine di zucchero… In commercio esistono poi —bevande alla frutta“ che contengono percentuali più alte (anche 80%) di frutta, ma zeppe di aromi, conservanti o coloranti.
- Infine le bevande al gusto di… contengono una quantità di frutta inferiore al 12 per cento, e a ricordarne la presenza… virtuale, sono rimasti di solito esclusivamente l‘aroma e il colore. Sono le bibite —Orange“ o —Lemon“ cioè al gusto di… e basta.
Noi suggeriamo di limitare il consumo di questi prodotti, sostituendoli con spremute o veri succhi di frutta (occhio all‘etichetta!). Ma succhi o (peggio) bevande a base di frutta non possono e non devono sostituire la frutta fresca, né sostituire l‘acqua in occasione degli spuntini del mattino o del pomeriggio.
La quantità di zuccheri che contengono corrisponde a più della metà dello zucchero che dovremmo consumare in un giorno, cosicchè, per non esagerare, dovremmo ridurre il consumo di altri alimenti zuccherati. Oltre a ciò, senza parlare di additivi o aromi, gli zuccheri aggiunti tendono a modificare la percezione del gusto dei bambini, abituandoli a sapori omogeneizzati e aumentandone sempre più il desiderio smodato di dolci, con le conseguenze che facilmente possiamo immaginare (e molti di noi sperimentano a casa…).
Se si aggiunge poi che delle vitamine originarie nei —succhi“ resta il 20-30%, si comprende come vada incoraggiato in tutti i modi il consumo di frutta fresca di stagione -da parte dei nostri ragazzi, proponendola con un… sano esercizio di fantasia (macedonie, frullati, spremute, frutta secca, frutta con la buccia, senza…).
Cecilia Savonitto, Aldo Savoia
Dipartimento di prevenzione
ASS n°4"Medio Friuli"
Dipartimento di prevenzione
ASS n°4"Medio Friuli"
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