martedì 17 febbraio 2009

L’allontanamento dalla frequenza scolastica come misura di controllo delle malattie infettive

L’abolizione del certificato medico di riammissione a scuola dopo 5 giorni di assenza con L.R.21 del 18.08.2005 ha generato molta confusione e nel contempo ha posto molti interrogativi in ambito scolastico sulla riammissione a scuola dopo un evento infettivo.
Innanzitutto dobbiamo ricordare che l’allontanamento dalla scuola dei bambini con malattie infettive è una misura preventiva che mira a diminuire il numero di casi secondari nella collettività; nelle scuole, infatti, bambini e ragazzi trascorrono molte ore a stretto contatto fisico, favorendo la trasmissione degli agenti infettivi.

In Italia le raccomandazioni in tema di isolamento dei soggetti con malattie infettive, inclusi i bambini che frequentano la scuola, sono contenute nella Circolare del Ministero della Sanità “Misure di profilassi per esigenze di sanità pubblica”, n. 4 del 13 marzo 1998.

Se da una parte la prevenzione ed il controllo delle infezioni sono influenzati da vari fattori: l’igiene del personale e il suo stato immunitario, l’igiene ambientale, le procedure di preparazione-distribuzione-conservazione dei cibi, l’età e lo stato immunitario dei bambini, il rapporto numerico tra bambini e personale, le caratteristiche e le dimensioni delle strutture scolastiche, dall’atra parte la trasmissione dipende dalle caratteristiche dell’agente infettante.

Il periodo di allontanamento scolastico varia da malattia a malattia e dipende soprattutto dalla durata della contagiosità; tuttavia, molte malattie infettive sono trasmissibili da persona a persona già prima dell’inizio dei sintomi clinici e l’efficacia dell’allontanamento è quindi spesso oggetto di discussione. Al di là del necessario periodo di cure a casa, infatti, la mancata frequenza scolastica può comportare numerosi problemi sia al bambino che alla sua famiglia, soprattutto in una società in cui sempre più di frequente entrambi i genitori lavorano, o un solo genitore si prende cura dei figli.

Le evidenze disponibili sul periodo di incubazione, la durata della contagiosità e l’efficacia dell’esclusione da scuola sono stati valutati attraverso una revisione sistematica della letteratura.

In generale è stato evidenziato una buona corrispondenza tra le evidenze fornite dalla revisione della letteratura e quanto comunemente riportato sui testi di malattie infettive.
Sebbene l’allontanamento scolastico è raccomandato talvolta più per tradizione che per comprovata efficacia dell’intervento c’è tuttavia evidenza su alcune raccomandazioni circa i periodi di esclusione dalla frequenza scolastica in corso di principali malattie infettive:
  • varicella, fino a 5 giorni dall’insorgenza delle manifestazioni cutanee;
  • morbillo, fino a 5 giorni dall’esordio dell’esantema;
  • parotite, fino a 5 giorni dopo l’insorgenza della tumefazione parotidea;
  • rosolia, fino a 5 giorni dall’esordio dell’esantema;
  • pertosse, fino ad aver eseguito 5 giorni completi di appropriata terapia antibiotica;
  • scarlattina fino a 5 giorni dall’inizio del trattamento antibiotico;
  • epatite virale acuta A, fino a 1 settimana dopo l’insorgenza della malattia nei bambini di età inferiore ai 5 anni, nei bambini > 5 anni nessuna restrizione, visto che la contagiosità è massima prima della comparsa dei sintomi e che nei bambini spesso la malattia è asintomatica;
  • faringite streptococcica fino a 24 ore dopo l’inizio del trattamento antibiotico;
  • mononucleosi infettiva, nessuna restrizione;
  • pediculosi, fino al giorno dopo il primo trattamento;
  • scabbia, fino al termine del trattamento;
  • salmonellosi nei bambini di età inferiore ai 5 anni almeno un campione fecale negativo, nei bambini > 5 anni almeno 24 ore dall’ultimo episodio di diarrea.
Le famiglie sono tenute a comunicare tempestivamente al personale della comunità le informazioni sulle malattie acute del bambino e il motivo dell’eventuale assenza. Ricordarsi infine che, al di la della necessità o meno di presentare un certificato, deve essere sempre il Pediatra a decidere la riammissione con o senza trattamento.

E’ ANCHE IMPORTANTE RICORDARE CHE L’IGIENE DELLE MANI COSTITUISCE IL PIÙ SEMPLICE ED EFFICACE STRUMENTO DI PREVENZIONE PER RIDURRE E CONTENERE LA TRASMISSIONE DI MALATTIE IN AMBIENTE INFANTILE CHE LA VACCINAZIONE (QUANDO ESISTE) RAPPRESENTA IL METODO MIGLIORE PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE.

Maria Grazia Pellizzon, Stefano Miceli

Servizio sorveglianza e profilassi malattie infettive
ASS 4 Medio Friuli

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