venerdì 24 aprile 2009

Giochi all’aperto un po’ “vintage”

Cari genitori, cari insegnanti,
uso questa parola in modo un po’ provocatorio (in realtà “vintage” è un attributo che definisce le qualità ed il valore di un oggetto prodotto almeno vent'anni prima del momento attuale) per ricordarvi tutta una serie di attività all’aperto, che facevano parte dei giochi quotidiani dei ragazzi fino una ventina di anni fa; si trattava dei classici giochi “da cortile”, che costavano davvero poco in termini monetari (un pezzo di elastico, una palla, un gessetto per disegnare e un sassolino a mo’ di dado) ma ripagavano molto dal punto di vista della socializzazione e del movimento.

Chi di voi, mamme, papà e maestri, non ricorda di aver giocato almeno una volta all’elastico, alla settimana, a palla prigioniera o al classico guardie e ladri?


Tutte attività che rientrano a pieno titolo nel capitolo dell’attività fisica e dell’abitudine al divertimento inteso in modo attivo, socializzante; perché, dunque, non pensare di riproporle ai bambini?
Se esplorate i siti da cui ho estrapolato gli indirizzi linkati sopra, inoltre, avrete modo di ritrovarne molti altri, pronti da rispolverare.


Certo, alcuni di voi mi risponderanno che è difficile motivare i bambini di oggi, che sono bimbi “HighTech”, ad impegnarsi in giochi che venivano fatti dai loro genitori (se non anche dai loro nonni), ma forse organizzare una lezione di educazione fisica incentrata su questi divertimenti del passato potrebbe essere una maniera abbastanza accattivante…
In fondo, per rendere un paio di scarpe “glamour” invece che “fuori moda”, basta chiamarle “vintage” invece che… “usate”!

Simonetta Micossi
Assistente Sanitaria per la Promozione della Salute

lunedì 20 aprile 2009

Mangio il mango, ballo il tango e non piango!

Martedì 7 aprile si è svolta in via Cavour, in centro a Udine, la seconda Festa della merenda in piazza, per far conoscere alla cittadinanza il nostro CONTRATTO DELLA MERENDA e la nostra attenzione ad una sana alimentazione.

Per rappresentare il nostro circolo questa volta è “scesa in piazza” la classe 4A della scuola primaria Divisione Julia, che portava come segno di riconoscimento delle bandiere verdi.
L'animatore che ci ha accolti, un giovanotto con i pantaloni da Scaramacai, ci ha fatto fare dei balli in cerchio, con passi stravaganti, ma belli, seguendo il ritmo di musiche frizzanti, esaltanti, che ti prendevano il cervello e ti facevano ballare da solo, senza la tua volontà.


Poi dovevamo ripetere le frasi che ci proponeva lui, come nei cori degli stadi, mentre un inebriante profumo di pane e ciambelle appena sfornate ci avvolgeva, stuzzicando le nostre narici.
Noi ci scatenavamo a cantare, ballare, giocare: sembravamo delle lucciole che si accendevano e si spegnavano di GIOIA ed EMOZIONE.

Ci siamo quindi seduti davanti al banchetto con tutte le delizie in bella mostra, scatenandoci in linguacce per farci immortalare!!!


Quindi, eccoci in giro per il centro città: l'animatore in testa, camminando sui trampoli, ci invitava ad inventare e ripetere slogan in rima:
Mangio il mango, ballo il tango e non piango!
Mangio il prosciutto e non divento mai brutto!
Classi 4A e 4B
Scuola primaria Divisione Julia - Udine

giovedì 16 aprile 2009

“Mangiar giusto con gusto”: proseguono gli incontri

Intanto, vi invitiamo a partecipare numerosi al prossimo appuntamento! Si terrà lunedì 20 aprile 2009 alle ore 17:00 presso la scuola San Domenico – via Derna 12 - Udine (mappa). Parleremo di pubblicità, e di come essa influenza le nostre scelte alimentari. Il titolo è: “Mangiare condizionati”.

L’incontro precedente si è tenuto il 23 marzo presso l’Auditorium dell’IPSIA “G. Ceconi”. Il tema trattato era Mangiare in altri luoghi” dai nonni, la trasgressione è lecita? A scuola, un’opportunità per l’educazione alimentare. L’incontro è stato presentato dalla psicologa Raffaella Pagani, dal medico Aldo Savoia e dall’assistente sanitaria Paola Corazza. Erano presenti anche la dirigente del 1° Circolo dott.ssa Vilma Candolini, la responsabile del Servizio di Nutrizione dell’Azienda Sanitaria dr.ssa Cecilia Savonitto, e la referente di “Città sane” dott.ssa Stefania Pascut.

Si è partiti dal significato della parola “trasgressione”, cui la nostra cultura da una connotazione negativa. La parola presenta invece anche dei lati positivi, perché ci permette di identificare le regole, di riconoscerle, per poi fare delle eccezioni, aiutandoci a “sopportarle”.
L’incontro si è sviluppato analizzando i diversi contesti dove il bambino mangia, a partire dalla casa dove più spesso si “trasgredisce”, quella dei nonni! Se si tratta, per lo più di eccezioni, possono essere serenamente accettabili. Peraltro, il disaccordo palese tra nonni e genitori sulle scelte alimentari potrebbe far vivere al bambino la responsabilità del dissenso. Un litigio fra nonni e genitori su questioni di cibo in presenza del bambino, potrebbe fornirgli l’occasione per utilizzare il cibo o l’appetito per attirare l’attenzione o per attuare dei piccoli ricatti.
È stato sottolineato il ruolo che i nonni rivestono nella trasmissione di competenze e tradizioni ai nipoti: coltivare l’orto, trascorrere il tempo cucinando insieme gnocchi, torta, minestrone…

Un’altra occasione particolare e sempre più di moda è rappresentata dalle feste di compleanno, cui vengono invitati tutti i bambini delle classe, organizzate in spazi appositi, fuori casa. A prescindere da alcune considerazioni emerse (quanto costa? Quanto tempo fa in effetti risparmiare? Si innescano meccanismi imitativi… e chi non se lo può permettere?), la psicologa rimarca che questa modalità di festeggiare non aiuta a sviluppare nel bambino il senso dell’ospitalità, né lo spinge a fare una giusta selezione dei compagni che desidera chiamare alla sua festa. Festeggiare a casa significa anche partecipare alla preparazione della giornata (pulire casa, riordinare la camera, preparare la torta) e quindi vivere una tensione costruttiva, sviluppando anche la capacità di tollerare piccole delusioni (ad esempio l’amico che non partecipa).

Si è poi discusso dell’organizzazione delle feste a scuola: si possono portare dolci secchi, anche fatti in casa, l’importante è assicurarsi che non vengano consumati anche nei giorni successivi. Dovrebbero essere evitati snack salati, bibite dolcificate, caramelle e cioccolatini, rinforzando, il più possibile, il fatto che l’acqua è la bevanda dissetante per eccellenza!

Si è condivisa l’idea che mangiare in mensa rappresenta un’occasione per l’educazione alimentare a scuola. È importante che si crei un’alleanza tra insegnanti e genitori, affinché al bambino arrivino messaggi coerenti. L’interesse espresso dagli educatori in questo importante momento della giornata, crea un ambiente favorevole che incoraggia l’assaggio di cibi anche poco graditi. Senza costrizioni, si dovrebbe almeno far assaggiare al bambino ogni pietanza, anche raccontando le proprie esperienze.

Paola e Cristina
Assistenti Sanitarie
Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione

mercoledì 8 aprile 2009

Una frittata mai fatta

A rifletterci bene siamo ben poco diversi dai nostri antenati i Romani che vedevano nell’uovo un ingrediente di piatti anche elaborati piuttosto che un alimento vero e proprio.
Il dolce classico per le offerte religiose, il “libum” richiedeva per la preparazione un uovo ogni libbra di farina, oltre che ricotta, olio e foglie di alloro, come riportato nel ricettario di Apicio, cuoco famoso e estroso vissuto ai tempi dell’imperatore Tiberio. Peraltro contro le stravaganze e gli sprechi alimentari dei romani il poeta Orazio sviluppò delle satire implacabili.

Nulla di nuovo visto che ancor oggi non corre sempre buon sangue tra il cuoco impegnato a dar forma alle ricette e l’esperto di nutrizione che sottolinea le scelte alimentari in grado di tutelare la salute.
Ma il punto di accordo si può trovare, perché mangiare è e dovrebbe essere sempre un piacere.

Uno dei suggerimenti è quello di riconsiderare l’uovo come un alimento ricco di proprietà nutritive, sicuramente da alternare agli altri alimenti di origine animale, quali il formaggio, la carne e il pesce.
Contiene infatti proteine preziose e molto digeribili, grassi “buoni”e lecitina, utile per mescolare sostanze che altrimenti non lo farebbero.
Il tuorlo contiene vitamina A, E e il selenio, sostanze capaci di contrastare i danni cellulari causati dalle malattie degenerative e dall’invecchiamento. Inoltre luteina, un pigmento che protegge la retina dell’occhio dalle lunghezze d’onda di luce dannose e fa bene alla pelle. Questo colorante vegetale è contenuto anche in molti ortaggi quali broccoli, cavoli e spinaci.
Per saperne di più sui pregi e benefici dell’uovo possiamo andare sul sito www.pianetauovo.it nel quale troveremo anche dei video.

Chiediamoci allora: l’uovo ci piace sì o no, nutriamo dei pregiudizi verso questo piccolo scrigno alimentare? Abbiamo sperimentato qualche simpatica ricetta che piace a tutta la famiglia, c’è nel nostro bagaglio culinario un “segreto” che rende sempre buona la frittata? A Pasqua e durante la primavera le uova rappresentano un segno di rinascita: perché non riconoscerlo tutto l’anno?

E pensare che un compagno della nostra infanzia, per un uovo avrebbe fatto davvero…
“Quand'ecco gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco, che somigliava tutto a un uovo di gallina. Spiccare un salto e gettarvisi sopra, fu un punto solo. Era un uovo davvero.

Pinocchio nelle immagini storiche di Renzo Cenci

La gioia del burattino è impossibile descriverla: bisogna sapersela figurare. Credendo quasi che fosse un sogno, si rigirava quest'uovo fra le mani, e lo toccava e lo baciava, e baciandolo diceva:
- E ora come dovrò cuocerlo? Ne farò una frittata?... No, è meglio cuocerlo nel piatto!... O non sarebbe più saporito se lo friggessi in padella? O se invece lo cuocessi a uso uovo da bere? No, la più lesta di tutte è di cuocerlo nel piatto o nel tegamino: ho troppa voglia di mangiarmelo!
Detto fatto, pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa: messe nel tegamino, invece d'olio o di burro, un po' d'acqua: e quando l'acqua principiò a fumare, tac!... spezzò il guscio dell'uovo, e fece l'atto di scodellarvelo dentro.
Ma invece della chiara e del torlo, scappò fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso, il quale, facendo una bella riverenza, disse:
- Mille grazie, signor Pinocchio, d'avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio! Arrivedella, stia bene e tanti saluti a casa!”


Francesca Ribezzi
Dietista ASS4 Medio Friuli