…La storia naturale…
Gentili Genitori e Insegnanti,
sono Simonetta Micossi, Assistente Sanitaria del Dipartimento di Prevenzione di Udine; mi occupo di promozione della salute e, per dire la verità, avevo già pronto un articolo che riguardava tutt’altro argomento da postare qui sul blog.
Sto cominciando ad occuparmi di prevenzione del tabagismo in ambito scolastico e, mentre rivedevo qualche dato e un po’ di letteratura ho deciso che forse era il caso di dedicare uno spazio di “Star bene in... pillole!” a questo sempreverde argomento.
Cosa vi suggeriscono queste tre immagini in sequenza? Che emozioni vi suscitano? Come le colleghereste l’una all’altra?
Già mi sembra di sentire i commenti di chi entrerà oggi e si troverà di fronte a questo titolo:
“Oh, no! Di nuovo?!?” “Ma ancora a parlare di fumo?!?” “Ancora questi messaggi terroristici?!?” “Ancora a cercare di farci (nel caso dei genitori fumatori) sentire in colpa nei confronti dei nostri figli?” “Tanto lo sappiamo tutti che il fumo fa male… basta!”In realtà, ci sono molti ottimi motivi per continuare a parlarne: il fumo di tabacco rimane, a tutt’oggi, uno dei problemi di salute più rilevanti (
Liberi dal fumo | CCM Network); eviterò di dilungarmi sui danni da fumo, che credo conosciate tutti molto bene e vi inviterei a riflettere sul significato di quelle immagini.
Perché, in ogni caso, si continua a fumare. Non solo: sembra che il numero complessivo dei fumatori sia diminuito negli ultimi anni (soprattutto da dopo l’entrata in vigore della legge 3/2003, sulla tutela della salute dei non fumatori), ma si inizia sempre prima (ecco il perché della foto del bimbo), fumano sempre più donne (la pubblicità delle L.S. invitava le donne a fumare una sigaretta invece di cedere ad un dolce: le avrebbe aiutate a mantenere la linea) ed è aumentato il numero delle sigarette consumate.
Come rimediare? Le campagne informative, fino ad ora, hanno avuto efficacia relativa; questo in gran parte perché hanno affrontato il problema attraverso messaggi negativi e pessimistici, che abbiamo tutti grande capacità di dimenticarci in fretta proprio perché ci disturbano.
Gli esperti nel campo dell’educazione sono da tempo d’accordo sul fatto che per combattere efficacemente il problema è necessario mettere in atto ogni azione possibile per evitare l’iniziazione al fumo e per promuovere, fin dalla prima infanzia, una cultura antifumo.
E qui nasce la vera sfida.
Non si tratta più di chiamare noi esperti delle Aziende Sanitarie a parlare nelle scuole per un paio d’ore della dipendenza e dei danni da tabagismo e fumo passivo; certo, è più comodo e costa meno fatica a tutti, ma è una modalità che lascia il tempo che trova.
La strategia efficace, invece, consiste nel coinvolgere l’intera comunità nel processo educativo e dare alle persone gli strumenti adatti ad affrontare il problema: progetti antifumo strutturati, dunque, che si integrino con i programmi ministeriali a seconda delle fasce di età a cui ci si rivolge (
vedi documento allegato).
Per combattere l’abitudine al fumo, dunque, è necessaria la partecipazione di tutti: genitori, insegnanti, operatori sanitari, nonni, bambini e ragazzi hanno bisogno di lavorare insieme per poter affrontare efficacemente il problema; noi operatori della salute, da soli, non ce la possiamo fare.
L’invito è quello di darci una mano a vicenda.
Grazie!
Simonetta Micossi
Ufficio di Promozione della Salute
Dipartimento di Prevenzione
A.S.S. n° 4 “Medio Friuli”