anche se questo mese di Giugno è stato poco generoso da un punto di vista climatico, a tutti gli effetti ormai siamo in estate; questo indubbiamente significa vacanze, aria aperta e sole, sia al mare che in montagna, sia in piscina che in campagna, al lago o in riva ad un fiume… e, come tutti sappiamo, il bel sole caldo può diventare alquanto pericoloso, se non lo “prendiamo per il verso giusto”.
Il sole emette diversi tipi di radiazioni: le ultraviolette, suddivise in UV-A, le UV-B, gli infrarossi e la luce visibile. Ognuno di questi tipi di “raggi” ha le sue peculiarità e può apportare effetti diversi, sia positivi che negativi.
L’esposizione al sole è necessaria: serve a sintetizzare e fissare la vitamina D, indispensabile per uno corretto sviluppo dell’apparato muscolo scheletrico; un po’ di sole può aiutare nel caso di problemi della cute come psoriasi e acne e può dare giovamento a chi soffre dei classici doloretti articolari; da ultimo, il sole può regalarci un colorito sano e luminoso, perché stimola la produzione di melanina.
Tuttavia, le radiazioni solari possono diventare pericolose e sono fattori di rischio per diverse patologie della pelle e degli occhi degli occhi; soprattutto per quanto riguarda alcune malattie della pelle, il rischio è legato non solo alla “quantità” di sole che si prende, ma anche dal “fototipo”, che indica la quantità di melanina presente nella pelle e la conseguente reattività alle radiazioni.
Esiste un codice internazionale, detto “indice UV”, che misura il livello di radiazione solare ultravioletta; Maggiore è il valore dell'indice, più alto è il potenziale danno per la pelle e per gli occhi. Questo indice è stato messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per aiutare le persone proteggersi dalle radiazioni troppo intense: ad esempio, i codici colori rosso e viola, corrispondenti a indici molto alti, ci suggeriscono di evitare l’esposizione al sole.
Esiste un sito dove possiamo vedere la rilevazione degli indici UV in tempo reale sulla penisola italiana.
E’ indispensabile quindi proteggersi adeguatamente dagli effetti nocivi del sole e non solo al mare o in piscina: anche chi rimane a lungo all’aria aperta a giocare, lavorare o fare sport deve considerarsi “esposto” alle radiazioni solari e ai colpi di sole e di calore; a proposito di questi ultimi, ricordatevi di bere a sufficienza per evitare la disidratazione e proteggere la testa con un copricapo.
Lo sapevate che:
- in montagna, ogni 300 metri di altitudine l’intensità delle radiazioni solari aumenta del 4% circa;
- le nuvole bloccano solo una parte delle raggi solari: il 90% le attraversa;
- in acqua, a mezzo metro di profondità vi è una diminuzione del solo 40% delle radiazioni solari, mentre la superficie dell’acqua e la sabbia chiara le riflettono (la neve le riflette addirittura per l’80%);
- la concentrazione massima di raggi UV si ha dalle 10.00 del mattino alle 14.00; durante l’estate, con l’ora legale, è perciò consigliabile non esporsi dalle 11.00 alle 15.00;
- le creme con protezione solare devono essere usate sempre, anche quando la pelle è già abbronzata: la tintarella ci evita le scottature, ma non blocca le radiazioni ed i loro effetti nocivi;
- la maggior parte degli italiani usa protezioni solari troppo basse: è necessaria la giusta protezione a seconda del fototipo a cui si appartiene e in dose adeguata (6 cucchiai ogni due ore);
- i filtri delle creme sono soggetti a degradazione: non usare quindi residui di crema dell’anno precedente.
Buon sole a tutti!
Simonetta Micossi
Assistente Sanitaria per la Promozione della Salute
Assistente Sanitaria per la Promozione della Salute